Roma, bimbi a caccia dell’asilo: 8mila fuori da quelli comunali
Rari sono gli esempi come quello del “Baby’s Planet”, un asilo bilingue di alta qualità, unico nel quartiere Talenti perché progettato e realizzato ad uso esclusivo dell’infanzia
E infatti, anche quest’anno quasi la metà resta fuori.
Nella capitale ci sono meno di 200 asili pubblici e 230 privati in convenzione. Non bastano e circa 8 mila bimbi tra i 3 mesi e i 3 anni non sono stati ammessi.
Sperano nelle liste d’attesa, ma che cosa succederà a settembre, se non ci saranno buone notizie e i genitori riprenderanno a lavorare dopo la pausa estiva?
Dovranno trovarsi un asilo privato, se non possono contare su nonni o baby sitter.
Secondo il Campidoglio la quota degli esclusi è destinata a ridursi. Quest’anno sono stati attivati 1208 posti in più rispetto allo scorso anno, ma c’è stato anche un aumento di richieste del 3,72%.
Gianluigi De Palo, assessore capitolino alle politiche scolastiche, spiega che ci sono 4 nuovi nidi in concessione ed entro dicembre conta di ridurre la lista di attesa a 4000 bambini, grazie alle fisiologiche defezioni, al minibando per utilizzare tutti i posti rimasti inevasi e all’apertura prevista per settembre di 5 nuove strutture in concessione.
Per gli esclusi che si rivolgeranno ad asili privati autorizzati il Comune mette a disposizione circa mille voucher di rimborso spesa per un totale 1.241.798,82 euro. Le famiglie che saranno costrette a pagare una struttura privata, riconosciuta dal municipio, potranno fare domanda per accedere ai buoni di 100 euro al mese per un totale di mille euro a bambino.
A Roma le rette sono più basse che nelle altre grandi città, secondo un’indagine dell’Agenzia per il controllo e la qualità dei servizi pubblici locali del Comune.
Ma si tratta, comunque, di un considerevole sacrificio per le famiglie. E allora si punta al meglio.
Per attrarre mamme e papà, le strutture private fanno a gara nell’offrire servizi migliori e innovativi. Non sempre, però, la qualità annunciata si rivela reale.
Rari sono gli esempi come quello del «Baby ‘s Planet», un asilo bilingue di alta qualità, unico nel quartiere Talenti perchè progettato e realizzato ad uso esclusivo dell’infanzia.
Si trova nel IV Municipio, uno tra i più grandi e popolosi di Roma, in grande espansione per la presenza di molte famigli di giovani coppie impegnate nel lavoro.
Dalle ultime graduatorie risulta che in questa zona critica sono stati 728 i bimbi non ammessi su 1562, cioè il 46 per cento.
Architettura degli spazi studiata per i più piccoli, scelte cromatiche con precisi fini pedagogici, insegnamento dell’inglese e uso del computer, laboratori ricreativi, spazi per le attività musicali, per le costruzioni e per il gioco simbolico: sono solo alcune delle caratteristiche che rendono il «Baby’s Planet» un asilo all’avanguardia.
«Le famiglie – spiega la direttrice, Piera Chenet- non chiedono un centro di custodia per i propri bambini, ma un luogo di sviluppo educativo e di socializzazione. Noi offriamo una struttura sicura, con alti standard qualitativi, scupolosa osservanza delle regole igienico sanitarie e di sicurezza, educatrici professionali piene di entusiasmo e creatività. In questa fase di sviluppo, che è la più fertile, il cervello del bambino già a tre anni ha le stesse capacità e potenzialità di quello di un adulto. I Più piccoli apprendono con naturalezza, desiderio e minimo sforzo. Ecco perchè la nostra offerta, dall’inglese all’informatica, è così completa».
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